And tomorrow the next bit of the adventures…Georgia and on!
Km 4510, decimo giorno, stato numero 10
Riposandoci su una spiaggia di sabbia nera sulle rive del Mar Nero (sarà per questo che sto mare è chiamato Nero??), non è semplice pensare agli ultimi giorni…
Avevo scritto lo scorso venerdi da Amasra sulla costa turca. Splendida cittadina turistica, bella spiaggia, abitanti e turisti simpatici, ambientazione incredibile. Una piccola penisola, un castello, una bella passeggiata, ristoranti di pesce e banchetti di souvenir.
Sfortunatamente siamo arrivati li più tardi del previsto a causa di un piccolo problemino…siamo state fermate perché viaggiavamo troppo veloce!! Eh si, la polizia ha detto che Sandy (una tedesca!!) stava guidando a 67km/h con limite dei 50, anche se a dire la verità secondo noi lei non andava a più di 60km/h. Secondo noi fermavano solo le macchine straniere perché li c’era anche una macchina tedesca (una delle tantissime da quelle parti…sembra che tutti i turchi che vivono in Germania tornino in Turchia in macchina per le vacanze estive!). Abbiamo deciso di pagare subito la multa e così siamo andate alla stazione della polizia…che però era già chiusa, uffa! Fortunatamente Sandy ha incontrato un poliziotto che aveva finito il suo turno e che gentilmente ci ha accompagnate in giro per la città alla ricerca di un ufficio aperto, un grande. Non è servito a niente, tutto era chiuso, ma per lo meno Sandy è riuscita a farsi invitare a casa del poliziotto per la notte…abbiamo rifiutato…troppe avventure, ih ih.
Ad Amasra ci siamo godute la bella cittadina, una buonissima e colorata insalata ad accompagnare del pesce e un tuffo in mare il giorno dopo. Ah dimenticavo…anche li siamo diventate le cocche della polizia…non riuscivamo a trovare l’hotel e abbiamo girato in tondo per 20 minuti passando di fronte a loro 4 volte. Ridevano, ma alla fine ci hanno aiutate e ci hanno anche lasciato parcheggiare la macchina gratis nel loro parcheggio, mitici!
Sabato ci abbiamo messo più di 8 ore per percorrere i 320km che separavano Amasra da Sinop: una bellissima strada costiera su e giù per le scogliere, bellissima, e soprattutto belle le spiagge, perfette per fermarci per pranzo. La strada per scendere era bella ripida ma Versina è potente ed io so come guidare in salita..un gioco da ragazzi..ehm ehm…forse mi ero sopravvalutata o meglio avevo sopravvalutato la possibilità di beccare delle buche in cui impiantarmi. Bene, bloccate, e noi due spingere la macchina fuori dalla buca non ce la faremo mai. E così siamo tornate sullo stradone a cercare aiuto: prima si ferma un’ambulanza con un malato, dai lasciamola andare. Poi una macchina belga: i ragazzi non avevano problema ad aiutarci ma erano un po’ mingherlini…io aspettavo il tipico machi turco che fortunatamente è arrivato e che in quattro e quattro otto ha portato Versina sulla strada principale, sapere spiegarsi con le mani in questi casi serve sempre!! Grande!
Dopo questa avventura ci siamo fermati per una coca cola con i belgi e li scopro che uno di loro è vissuto per 2 anni nella mia stessa strada a Etterbeek…carramba! In quel frangente la cosa divertente è stata tornare alla macchina e trovare il padrone del negozietto davanti al quale eravamo parcheggiate che ci fa vedere sul suo computer che si era collegato al nostro sito e che voleva diventare nostro amico su facebook, mitico! Certo che è stata davvero una grande idea quella di mettere il sito sul portellone dietro di Versina J
Quella notte siamo state in campeggio vicino a Sinop…un posto carino ma c’eravamo solo noi ed una coppia tedesca, e tutto era chiuso a causa del Ramadan, mannaggia. Io volevo mangiare i manti (una specie di ravioli) ma non c’era niente aperto nei dintorni. Allora ho comprato del pane e dei pomodori per fare una bruschetta ed una birra fresca. Il tipo del campeggio però era davvero gentile e ci ha offerto parte della sua cena (una zuppa di patate e pollo, il suo Iftar del ramadan) ed anche della anguria: certo che sti turchi sono davvero ospitali, ci han lasciato una bella impressione davvero! Un po’ meno invece i segnali stradali: impossibile capire quale sia il limite di velocità della strada. E le autostrade sono una barzelletta: passano attraverso le varie città, hanno semafori e incroci e tutti le attraversano a piedi…non riuscirò mai ad abituarmici!
Il giorno dopo è stata di nuovo una sfacchinata perchè abbiamo macinato un sacco di km. L’unica cosa degna di nota è la nonna che abbiamo incontrato durante il nostro misero pranzo sul retro di una stazione di servizio. Eravamo li che mangiavamo quando lei è comparsa e sorridente ha cominciato ad abbracciarci e a parlarci. Ovviamente non abbiamo capito quasi nulla di quello che ci diceva tranne che lei faceva il Ramadan e che voleva offrirci un chai (te). Purtroppo anche la stazione di servizio non serviva te (il solito ramadan) e così lei è tornata con una sedia e si è seduta li con noi, chiacchierava e ci invogliava a finire il nostro pasto. E’ poi arrivato il marito a cui ha raccontato tutto di noi (chissà che cosa poi…), mentre lei continuava a sorridere e abbracciarci. Aveva un sorriso stupendo e ci ha benedette quando siamo partite. E’ questo quello che intendo per la gentilezza e l’apertura, la simpatia di queste persone, incredibile. E questo non era tutto per quel giorno 😉
La sera siamo finalmente arrivate a Trebisonda, dove io volevo assolutamente fermarmi perché mi è sempre piaciuto il nome. In hotel abbiamo chiesto dove mangiare la specialità della città: i kuru fasyolu (fagioli al curry). Due ragazzi ci han spiegato che non era facile a causa del ramadan, erano le 19.30 e si poteva mangiare solo dalle 20 (e quella città è molto religiosa), ma han detto di seguirli che ci avrebbero portato in un posto aperto. Abbiamo percorso stradine deserte fino ad un ristorante dove noi eravamo le uniche donne. Hanno ordinato per noi, e quando il cibo e l’acqua arriva ci guardiamo e…aspettiamo, non sono ancora le 20…e poi allo scoccare delle 20 il muezzin si mette a cantare e tutti, proprio tutti nel ristorante prendono il bicchiere e finalmente bevono il primo bicchiere di acqua dalle 3.10 del mattino (e con 30/33 gradi durante la giornata), e poi si gettano sul cibo, con avidità, tanto che alle 20.10 quasi tutti avevano già lasciato il ristorante. Come fanno proprio non lo so…
Lunedi abbiamo attraversato la frontiera verso la Georgia. Ma prima di questo abbiamo fatto mille cose, incredibile. Per prima cosa, dopo colazione (con il burek, che buonooooo) siamo andate alla ricerca di una stazione di polizia per pagare finalmente la multa. Ovviamente non la troviamo ma troviamo una Gendarmeria ed un gendarme che ci ha accompagnate in vari uffici fino quando troviamo quello giusto. Questo ragazzo di Istanbul stava facendo il servizio militare li, quasi un anno, odia sto posto lui che è un business man che viaggia spesso in Cina. E’ incredibile come tutte ste persone ti raccontano sempre tutta la loro vita, anche se ci sono barriere linguistiche. Sulla via di ritorno verso la macchina ci fermiamo a fare la spesa al mercato…sempre belli e colorati, ma cosa stranissima, c’era una parte dove c’erano solo venditori uomini e qualche scalino più in su, una parte con solo venditrici donne, boh!?!
Il passo successivo è stato quello di comprare finalmente la ruota di scorta…qui devo spiegare che non è che non avessimo la ruota di scorta…il ruotino è al suo posto, ma una ruota non basta, è meglio averne due, con le strade che faremo non si sa mai. E così abbiamo cercato il cartello “jant lastik” (jant=cerchione, lastik=non ne ho idea, ma avevamo capito che se c’era scritto lastik voleva dire che vendevano gomme!). Ed eccoci in uno di questi negozietti a cercare di spiegare che vogliamo un cerchione ed una gomma…meno male che c’era l’immancabile turco che vive da una vita in Germania, e che, oltre ad essere super curioso al riguardo del nostro viaggio, ci aiuta anche con la traduzione e così 20 minuti dopo ripartiamo contente on una ruota in più.
Prima di lasciare Trebisonda ci siamo avventurate verso Sumela, un monastero abbarbicato su per una montagna, sembra sia stato scolpito nella montagna: bellissimo e con degli affreschi stupendi…ma…chissà perché i monaci han deciso di sistemarsi quassù… sicuramente per il panorama 🙂
Ed ecco che era ora di salutare la Turchia ed entrare nella parte sconosciuta e più interessante del viaggio: stavamo per entrare nella vecchia Unione Sovietica, in Georgia ad essere precisi! Ma questa è un’altra storia!!
E se siete arrivati a leggere fino a qua…vi meritate il link per vedere le foto del viaggio!